Ho finito di razionalizzare casa. Annualmente queste due stanze lunghe e strette vanno resettate per non correre il rischio di rimanerne schiacciati o sopraffatti o soffocati. Ora è di nuovo quasi tutto bianco e razionalizzato.
E poi da mesi avevo in mente di metterci un ramo appendiabiti e ho dovuto ricavare uno spazio vuoto da una situazione molto piena.
Quando faccio le pulizie finisce sempre che mi siedo e guardo la libreria.
Questa volta mi hanno chiamata cinque libri supereterogenei per lingua, genere e argomento e mi è venuta voglia di ricordare qualcosa di loro.
Per fortuna su quasi tutti ho segnato l’anno in cui li ho letti che secondo me è fondamentale quasi quanto l’anno in cui sono stati pubblicati e quasi quanto l’anno in cui sono stati scritti.
Il primo è Diet-etica di Patrizia Bollo, del 2006 per Ponte Alle Grazie. L’ho comprato pochi mesi dopo che è uscito, di sicuro dopo aver visto la prefazione di Allan Bay, quello di Cuochi si diventa (Feltrinelli 2003), la cui lettura ha dato la botta finale alla mia quasi certezza del fatto che cuochi non si diventa.
Ho comprato il libro della Bollo forse anche perché ricordavo di aver visto qualcosa di suo sulla rivista Diario che ho letto per alcuni anni prima che, purtroppo, chiudesse (non apro parentesi su quanto sia triste che il mondo delle riviste non esista più sennò divento noiosa come un manuale del liceo).
Insomma, la Bollo è una dietista, c’è scritto sul libro, ma secondo me è anche una scrittrice bravissima e molto convincente che già prima di arrivare a pagina 207 è riuscita a farmi un quadro delle non-diete possibili per dimagrire e di quella che dovrebbe essere l’etica della dieta alimentare.
Io non sono una superlettrice ma ho letto tanto tanto e nel tempo mi sono accorta di non avere quasi nessuna delle caratteristiche che dichiarano di avere la maggior parte dei superlettori. Non annuso il libro appena comprato(anche perché la maggior parte dei libri che compro, se non sono appena appena usciti, sono usati e puzzano di scaffale), non leggo l’introduzione, non controllo subito l’indice, non lo tratto con rispetto fisico. Proprio per questo avvolgo la copertina con la carta trasparente, per avere la massima libertà di schiaffarlo dove mi capita senza fargli troppi danni. E in più lo apro e lo piego all’indietro, motivo per cui adoro i libri in brossura rilegati come gli Adelphi.
Diet-etica è un libro in brossura con le pagine incollate ma ha retto benissimo lo stress della mia lettura e rilettura. E ha un indice strepitoso, ogni capitolo e sottocapitolo ha un titolo semplice e diretto, senza doppisensi barocchi e fastidiosi come spesso capita in questi libri scritti da non scrittori che per essere accattivanti si cimentano con la scrittura creativa che Baricco mia ha aiutato a odiare.
Per esempio:
Capitolo 14 - Tanta acqua, per vivere
Acqua che entra, acqua che esce
Acqua da mangiare
Acqua da bere
Età a rischio
Non per sete, ma per sfizio...
... o per moda
Ho il dubbio che Diet-etica non sia più stato ristampato. Di fatto se un libro viene venduto in due sole copie all’anno (per ipotesi) nel marasma di un megastore è un libro morto e non va riordinato. Si può sperare di trovarne in giro qualche vecchia copia invenduta o usata, appartenuta a qualche persona generosa che non è così attaccata, come me, al libro in quanto oggetto e a cui basta, al contrario di me, leggerlo una volta soltanto.
Dentro a Diet-etica ho trovato, con grande soddisfazione da archeologa, un biglietto del cinema di un film abbastanza scadente ma molto piacevole in cui Uma Thurman ha dei golfini favolosi e che ho visto al Maestoso nel febbraio del 2006. Siccome il libro è uscito un mese dopo, devo aver trovato il biglietto in una borsa alla ricerca di un segnalibro improvvisato. E poi c’era anche un secondo segnalibro, quello della seconda lettura di due anni fa: il cartoncino della mia Longchamp che spiega come ripiegarla e come lavarla senza distruggere i manici in pelle.
Che bello quando i libri hanno più dimensioni, contesti, età.
Aggiungo che non sono a dieta né mai lo sono stata però trovo davvero molto interessante l'argomento alimentazione: quando mangio non riesco a non chiedermi se sto ingerendo una merdata chimica e in quale parte del mio corpo andrà a schiaffarsi o se mi farà male oggi, domani o tra vent'anni.
Post davvero ben fatto, ben curato!
RispondiEliminaMa dai, Pa, sei sempre troppo generosa con me :-)
RispondiEliminaHo tagliato ancora i capelli, ancora più corti!
vedere foto!
RispondiEliminaapro parentesi: io adoro foderare i libri, quelli di scuola di Nico. Non mi va giù l'idea che lo faccia in un nanosecondo la cartolaia acida. Ci vuole tempo e cura per rilegare un libro, per scrivere l'etichetta. E' come se in classe si portasse pure un pezzettino di mamma.
RispondiEliminaSono antica, lo so.
m.
Grazie ale, grazie per questo post. Sei stata acqua, acqua buona, acqua buona che entra nella mia giornata. Faccio l'ufficio stampa, e questo lo sai :) e domani comincia il Festivaletteratura di Mantova. Immagina il delirio nel giorno prima della Festa!
RispondiEliminaCosì, dopo non essermi fermata neanche per pranzo, e aver ingurgitato succhi di frutta tutto il giorno con gli occhi incollati allo schermo e l'orecchio all'iPhone, mi sono concessa un attimo, attratta dal titolo del tuo post.
Sono molto incuriosita dal libro, che non conosco, nonostante il mio sport preferito sia comprare libri di cucina su Amazon :) e guardare programmi di cucina su Real Time .. anche se poi finisce che mi sogno i cuochi di notte come ieri sera! :) DIET-etica, interessante. Anche io mi chiedo sempre da dove venga quel cibo, e cerco di comprarne più "buono pulito e giusto" possibile. Hai letto Foer?
Quando ci vedremo ti regalerò un libro... BTW, sai che noi siamo stati gli editori di Diario e pure di Allan Bay? sempre più cose in comune, io e te..
Scusa se non ti ho risposto ma ero nelle pesti! Torno a Roma da domenica 25 al 27. Stiri la settimana prima? :) Un bacio*a
Cara Mami, condivido proprio! Una delle cose belle della scuola sono i libri conservati bene e io in particolare adoro la plastica trasparente in modo che si veda bene la copertina. In più penso seriamente che si debba imparare il rispetto degli oggetti. Una mia amica mi ha raccontato che in Germania il libri passano di anno in anno da una classe all'altra finché la scuola non decide di adottarne una nuova diversa edizione. E così avviene alla scuola francese di Roma e sicuramente in altre che non conosco. Penso sia uno dei modi più utili per educare al rispetto e alla condivisione delle cose visto che viviamo in una società dove tanto ci appartiene e tanto appartiene alla collettività!
RispondiEliminaTi bacio!
@fiori.viola ma grazie!!! Non riesco a trovare la tua email sul tuo blog, sono stordita io?
RispondiEliminaPer il resto, come dice mia madre, "ma guarda le coincidenze". Certo avremo qualcosa da dirci, ma non ne avevo dubbi proprio :-)