Non sono mai stata brava in matematica.
Dal giorno in cui ho deciso che avrei fatto la maestra (un giorno qualsiasi di quando frequentavo la terza elementare e successivamente quando ho scelto di studiare Lettere anziché Scienzedellaformazioneprimaria)
penso che questo deficit mi impedirà di diventare una maestra eccellente.
penso che questo deficit mi impedirà di diventare una maestra eccellente.
Questo cruccio che mi perseguita da una parte mi svilisce e dall'altra mi aiuta perché mi fa immedesimare negli alunni che incontrano difficoltà nel fare i calcoli.
Fino all'anno scorso non ho mai avuto intuizioni e non sono mai riuscita a riflettere in autonomia sull'insegnamento della matematica perché ho cercato di assimilare più che potevo dalle mie colleghe più esperte, assistendo alle loro lezioni e copiando il loro lavoro.
Quest'anno però, per la prima volta, ho incontrato un nuovo metodo che mi ha folgorata. Forse la scuola in cui lavoravo prima era troppo tradizionalista (per non dire pusillanime) per sperimentarlo, sta di fatto che questo metodo è in giro almeno dal 2009 e io lo ignoravo.
La linea del 20 di Bortolato (e La linea del 100 e La linea del 1000) è un metodo intuitivo che si basa prettamente sulla visione e sfrutta capacità innate e abilità acquisite in età prescolastica.
Da tempo sono consapevole della mia inclinazione ai metodi intuitivi. A dire il vero ancora mi chiedo se questa consapevolezza sia venuta prima o dopo la scoperta della primarietà della Fiducia. Può sembrare un discorso banale e in astratto lo è, ma nel concreto a scuola non sono in grado di dare nulla per scontato. Intendo dire che qualsiasi metodo intuitivo estremo implica la totale fiducia degli alunni nell'insegnante, fiducia didattica, una fiducia che vada anche al di là di quel senso di adorazione alunno-insegnante che esiste e basta. Ho sempre creduto di poter inventare nuovi metodi intuitivi per insegnare italiano perché in italiano mi sento sicura e in evoluzione, perché so di poter ripagare gli alunni della fiducia che mi hanno dato. Ma per la matematica sono certa che dovrò sempre affidarmi a chi ha coltivato le materie scientifiche con lo stesso CUORE con cui io ho coltivato quelle umanistiche.
Il metodo di Bortolato è quello che cercavo, anche se già qualche anno fa un libro mi aveva fatto sospettare della mia propensione per il metodo intuitivo (estremo) anche in matematica, Io sono il numero 1 di Anna Cerasoli (Feltrinelli 2008). La Cerasoli ha inserito nel suo libro, a mio parere un po' timidamente, i paragrafi "le furbate", pillole di metodi intuitivi per eseguire i calcoli.
La linea del 20 però è davvero estremo e io sono per i cambiamenti: è evidente che nella scuola qualcosa debba cambiare perché in molti ambiti didattici qualsiasi cambiamento porterebbe a un miglioramento. Qualsiasi.
Sono dell'opinione che lo stesso metodo non possa valere per una classe intera, per questo mi piacerebbe usarli tutti, anche se, di fatto, propendo per questo.
Dicono che il metodo intuitivo-analogico di Bortolato sia molto vicino al pensiero Montessoriano e io credo che sia vero anche se in un certo senso cozza con il principio assoluto di libertà del bambino che è alla base del pensiero della Maria. Nell'eserciziario della Linea del 20 gli alunni devono eseguire sfilze di calcoli (o conteggi di pallini) senza capirne il perché. E tutto quello che possono fare è fidarsi e inconsapevolmente sperare che la fiducia sia ben riposta e che chi ce l'ha non ne approfitti mai. In realtà io sono per i compromessi buoni: la libertà implica l'autonomia, rischiando di essere tautologica dico che la libertà implica la libertà di essere liberi, perciò per acquisire autonomia un bambino deve rinunciare all'inizio alla libertà totale, affidandola alla maestra che la terrà al sicuro fino a quando diventerà abbastanza autonomo da poter essere libero.
So che sto parlando di cose per addetti ai lavori. Ma in fondo il mondo si divide in Buoni e Cattivi, in Chi ha letto Guerra e Pace e Chi no (come dice il favoloso professor Mario Allegri) e, aggiungo, in Chi pensa che fare la maestra sia facilissimo e Chi pensa che fare la maestra sia difficilissimo.
Guardacaso tra i lettori del mio blog c'è un certo gruppo di persone straevolute che si interessano del futuro, in alcuni casi anche perché ha figli che fanno le elementari o che presto le faranno. Per loro ho scritto di questo metodo, perché trovo che si discuta ancora troppo poco dell'attualità della didattica, in generale e anche, purtroppo, tra maestre.
E mi dispiace di piccarmi di poter parlare di cose di cui si occupano i veri addetti ai lavori, le mie colleghe strapiùesperte di me e le mie colleghe strapiùesperte di me e indiscutibilmente brave (l'esperienza non implica la bravura, qualche volta). Io sono solo una maestra precaria e fomentata. Tuttavia grazie al mio temperamento, alle mie scelte di studi e alla fortuna di avere qualcuno che mi sostenta mentre mi diletto a fare la supplente (fare la supplente costa quasi quanto fare l'università), tuttavia, ho una mia opinione e ho pensato di condividerla. Magari con Mirella, con Veronica, con Pa, con Areta, con Marzia, con Garba, con Jacopo, con Viviana, con Cipi, con Andrea, con Matteo, con Vanessa, con Luca, con Domizia, con Cecco, con Sara, con Camilla, insomma con qualcuno che mi legge ogni tanto o che ogni tanto mi ascolta.
ti ho già detto vero che di una maestra come te mi fiderei ciecamente? primo perchè sei coltissima. secondo perchè ti metti in gioco. terzo poi perchè ci metti il cuore. non sono così tanto esperta per giudicare qualsivoglia metodo di grammatica. in matematica poi non sono in grado di intendere nè di volere... ! ma di una maestra che cerca costantemente di tenersi aggiornata e di sperimentare su se stessa, oh, sì, so benissimo cosa penare: tutto il bene! pa
RispondiEliminaEcco, Pa, quello che mi ci voleva: un commento da leggermi nei rari momenti di scoraggiamento cosmico da precariato :-)
RispondiEliminaPs bello quell' "oh, sì," molto Sibilla Aleramo!!!!!!!
RispondiElimina...e anche quel "so benissimo cosa penare" quando invece volevo chiaramente dire "pensare"... però anche penare ha il suo perhè, ah ah ah! oh sì! oh yeah!
EliminaLe persone che pensano "bene" del lavoro fatto da alcuni insegnanti sono molte di più di quanto si possa immaginare:-)miraccomando!buon lavoro
RispondiEliminaEsatto Bethmarch, e per fortuna aggiungerei!
RispondiEliminaAle, eccomi.
RispondiEliminaSai che io mi fido di te, sulla fiducia. E quindi appena me l'hai consigliato ho ordinato il libro della Cerasoli. E l'ho letto tutto, per cercare un modo per far digerire la matematica a Nico che all'inizio faceva fatica, soprattutto con le prime tabelline. Anch'io ho adorato le furbate, i metodi per 'affrontare il nemico un pezzo per volta', come scrive l'autrice. Ho letto a Nico che l'addizione è come un minestrone, non importa l'ordine in cui tagli le verdure, il risultato non cambia. E lui ha iniziato a fare le somme partendo dal numero più grande, così deve contare di meno sulle dita e le probabilità di incartarsi diminuiscono. Gli ho fatto capire che studiare i numeri può essere divertente e alla fine è arrivata la patente delle tabelline (sempre consigliata da te) e l'8 nella verifica, che all'inizio ci sembrava così difficile da raggiungere.
Ammetto che ad un certo punto ero un po' contrariata dal metodo della maestra di Nico che faceva risolvere 10 tabelline a tempo. Disastrose le prime verifiche, poi, a furia di ripetere le tabelline tutte le sere e di ascoltare le canzoncine sulle tabelline, Nico ci ha preso la mano e si divertiva anche nelle sfide a tempo. Quindi evidentemente il metodo usato ha funzionato.
Sicuramente mi incuriosisce la Linea del 20 e andrò alla ricerca di materiale informativo. E ammiro chi come te va alla ricerca di soluzioni nuove perché ogni bambino ha i suoi tempi e i suoi modi nell'apprendimento. L'ho capito (e accettato) un po' tardi, ma l'ho capito ;)
m.
Vorrei una classe di mamme come te, con le proprie idee e coerenti ma allo stesso tempo con lo spirito d'adattamento giusto per raggiungere il risultato! Nico è un grande!!
RispondiEliminaIl segreto è avere una sorella dalla parte opposta della barricata che ti fa capire il punto di vista del corpo docente e detestare i genitori che si credono d'essere chissà chi;)
RispondiEliminam.
allora: io non sono un'intenditrice di metodi educativi...non è proprio materia mia!
RispondiEliminaPerò c'è da dire che moltissimi bambini oggi de-tes-ta-no la matematica. E io ho sempre pensato che il modo in cui viene spiegata non aiuti.
Nel mio piccolo sono sempre stata una che di matematica andava bene, ma la odiava! Era qualcosa di così lotanto da me... piena di dogmi, di verità non spiegate fino in fondo. Ne fui disgustata sin da piccolissima... e vedo la stessa cosa nei miei nipoti (sono una zietta).
Però non è materia mia, quindi, non posso giudicare metodi o stili di insegnamento.
Dico solo che, da come parli, spero di trovare insegnanti come te quando avrò dei pargoli!
Grazie di essere passata.
Mami non essere modesta con me! La tolleranza e il rispetto dei ruoli e la capacità collaborativa si evince da come parli dei tuoi figli, sia quando parli dei momenti 'buoni' sia quando racconti dei periodi difficili.
RispondiEliminaMela, mi è piaciuto l'incipit del tuo blog e grazie di avermi dato anche tu la tua opinione!