Oggi mi è scoppiata la testa e quando sto così il fanciullame diventa un martello.
Il fatto è che ho fatto tutto il giro e mi sono anche doppiata, mi sono fatta fregare: gli voglio bene.
Li vedo così perfetti e pare assurdo mettere quell'avverbio davanti a perfetti.
I loro errori sono perfetti, dicono cose perfette nel momento perfetto, mi fanno strillare in modo perfetto.
Alfredo, che oggi non c'era, qualche giorno fa ha fatto quest'analisi logica:
ho= soggetto
dovuto= predicato verbale
Perfetto
Filippo è bravissimo ma bilingue, ogni tanto fa cose perfette anche lui:
teatro= avverbio, a forza di studiare avverbi dopo due settimane tutto ciò che indica un luogo diventa avverbio
Perfetto
Oggi Claudio, che è cinese e quindi in canna con la matematica, sosteneva che il quadrato avesse due lati e che la formula per calcolarne l'area fosse latox2. Perfetto
Riccardo mi ha chiesto di andare in bagno cinque volte, convinto che io fossi così stordita da non ricordare di avergli già detto sì poco prima.
Perfetto
Benedetta invece di sottolineare solo i pronomi relativi ha sottolineato intere frasi: forse non aveva capito cosa sono i pronomi relativi. Perfetto
Mia ha passato un quarto d'ora a zittire i compagni dicendo a bassa voce "ssssht! la maestra ha mal di testa!", poi se ne è dimenticata e ha cominciato a disturbare più degli altri.
Perfetto
Giulio, che di solito vuole fare tutto da solo, era talmente adrenalinico oggi che gli ho dovuto ripetere che per calcolare 3/15esimi di 45 si deve dividere 45 per 15 e moltiplicare per 3.
Perfetto
In classe la scena cambia ogni minuto, c'è sempre qualche enorme problema da risolvere e io devo essere pronta: Andrea ha urtato lo zaino di Elena mentre tornava al posto, Mia è convinta che tutti le abbiano copiato l'idea per il disegno del Pantheon, Lavinia non vuole stare vicino a Giulio anche se non ci sono altri posti, Riccardo è fermo da un'ora sulla stessa frase da analizzare, Altea è convinta che qualcuno le abbia preso la gomma, Attilio ha un attacco di ridarella, Benedetta vuole a tutti i costi il posto vicino alla finestra.
Mi sento importante e i miei piccoli problemi quotidiani scompaiono. Si annullano di fronte alle enormi tragedie che li investono per non più di cinque minuti, perché subito ne subentrano altre altrettanto grandi.
Se non avessi il fanciullame avrei già un piede nel decoupage.
Tweet
5 MINUTI DI ORDINARIA FOLLIA
RispondiEliminaCon Alessandra Douglas....
Il giorno che schizzi voglio esserci...
il decoupage non ci avrà MAI! lo prometto!
RispondiEliminaMai (non mi sono dimenticata, sono solo occupatissima! ;))
RispondiEliminaAlberto: firmati, qui a Peyton tutti compresa me vogliono sapere chi cosa! Mi mancavano le tue simpaticherie.
RispondiElimina@ale
RispondiEliminamaddechè, mica devi spiegarmi! :)
ma ci mancherebbe!!! :)
'maddeche'' e' molto Peyton! :P
RispondiEliminavorrei leggere qualcosa del genere scritta dalla mia maestra tanti anni fa. Questo è un dono che dovrai fare a sti ragazzini quando saranno più grandi. Conservalo.
RispondiEliminaE' il pensiero intimo di chi ama quello che fa...
...a prescindere da tutto quello che crolla addosso quando loro sono altrove.
Non riesco nemmeno a immaginare di fare un altro lavoro per quanto mi piace quello che faccio. Ma chissà se un giorno gli interesserà il pensiero della maestra, e poi sarò vecchia! Brivido.
RispondiEliminaTu sei nata per insegnare, Lae, lo facevi già a quattro anni!
RispondiEliminainfatti maddechè lo diceva semppre una mia cara amica romana al liceo, e mi è entrato nel dna a furia di
RispondiEliminastar con lei! diceva "maddechèaò" per l'esattezza!