mercoledì, gennaio 7

2015 senza blog

Ieri scambiando idee surreali con una ragazza che odia l'arancione come me e non usa le cialde per fare il caffè, come me, che ha un figlio, come me e che a quanto pare ha anche altre cose in comune con me mi sono ricordata di non voler più scrivere un blog.
Davvero scusate ma è da idioti avere un blog e dare consigli di puericultura! A chi poi! Mi sembrava una cosa simpatica e anche utile fino a poco tempo fa ora lo trovo abbastanza ridicolo.
Ammetto che anche il fatto di aver scoperto che tra i lettori regolari ci sono quelle quattro persone che hanno dichiarato al mondo di non aver avere nulla a che fare con me, di non voler sapere come mi vanno le cose, di non volermi mettere al corrente della propria vita, ecco anche questo fatto ha giocato.
C'è poi che Google mi segnala che questo dominio se non lo rinnovo sparirà. E che sparisca, è giusto così. Ho da fare! E non mi riferisco a Teo, con lui ho piuttosto da essere.
Ciao Giovanni, ciao Pertu, ciao Rimpianto, ciao innanzi tutto a voi, se volete sapere qualcosa potete chiedere ai nostri amici in comune anziché digitare il mio nome e cognome. Se avete altri da monitorare in ogni modo vi consiglio di farlo in modalità navigazione privata così non compare nella traccia delle statistiche.
Ciao!
Ciao e arrivederci in altri luoghi invece a tutti quelli che hanno letto i miei post fino a ora, a chi ha commentato qui e a chi mi ha scritto bellissime email, a chi mi ha fatta sentire speciale!
Amo la rete e userò di sicuro molti altri canali per comunicare e condividere. Sicuramente! Sono troppo affascinata da tutto questo! Che poi è il futuro di Teo e al suo futuro vorrei arrivare preparata e competente anche se sono sicura che non sarà mai abbastanza.
Sarebbe fico che smettessimo di avere diffidenza e paura verso queste forme di comunicazione contemporanee e cominciassimo a stabilirne i limiti etici ed educativi. Che si insegnasse a scuola come si usa la rete e come non si deve usare! Sarebbe fico!

Ovvio che continuerò a leggere i vostri blog. Mi piacciono un casino.

mercoledì, settembre 17

Elogio della foto mossa

e sfuocata, e sovraesposta, e con l'inquadratura pessima.

Dopo il periodo saturo, il periodo del biancoenero con particolari colorati, il periodo desaturato-vintage, il periodo contrastato, il periodo nebbiolina, ecco il periodo delle foto sbagliate ma che mi dicono qualcosa di più di quelle giuste.
Chiunque potrebbe replicare che non esistono foto giuste o sbagliate ma spero di non leggere nulla del genere: ovvio che è così! Però in astratto alcune foto si possono definire perfette dal punto di vista tecnico e altre imperfette. A me ora più che mai piacciono le imperfezioni.
Tra tutte le imperfezioni la foto mossa vince... è un po' come un sonetto di Cavalcanti, i verbi coniugati al presente mi illudono di un'immediatezza che in realtà non esiste, ma che carica i versi di un'intensità fortissima, e quello che conta è il provarla leggendo. Così la foto mossa: guardandola Teo non si muove veramente, ma sembra e ciò è bellissimo!

Insieme alle foto vi lascio con Guido, nel caso foste a Gardaland quel giorno che la professoressa del liceo ve lo leggeva.

S'io prego questa donna che Pietate
non sia nemica del su' cor gentile,
tu di' ch'i' sono canoscente e vile
e disperato e pien di vanitate.
Onde ti vien sì nova crudeltate?
Già risomigli, a chi tti vede, umìle,
saggia e adorna e accorta e sottile
e fatta a modo di soavitate!
L'anima mia dolente e paurosa
piangene <l>i sospir' che nel cor trova,
sì che bagnati di pianti escon fore:
allor mi par che ne la ment'è piova
una figura di donna pensosa
che venga per veder morir lo core.

(Rime, XVII)











sabato, settembre 13

La strada verso la semplicità#6 - COSE BELLE COSE PICCOLE


Quando ho aperto questo blog avevo preso da poco una fotocamera digitale dopo anni di analogica con una piccola inutile parentesi di camera oscura allestita a 15 anni nel bagno. 
Di questa parentesi poco produttiva mi è rimasto solo l'ingranditore che era di mio padre. La sua camera oscura era fantastica e in uno stile che è molto simile al mio stile arredativo di adesso: una sorta di working space con elementi in parte stabili e in parte in continua evoluzione che non prevede quasi nulla di "femminiloide": banditi i colori pastello, i ricami a punto croce (io sono una fan del punto erba), i fiocchi e molto altro del repertorio romanticozzo come i mobili con l'intarsio e i pomelli di ceramica dipinta della mia cucina. 
Nella camera oscura c'erano delle lunghe tavole di legno che occupavano metà del perimetro, lampadine rosse e sulla porta campeggiava un foglio con la scritta "bussare prima di entrare". Quella stanza rimarrà per sempre impressa nella mia memoria, come le foto che ne uscivano. Bianchi e neri poco contrastati, immagini con dettagli colorati a mano, ritratti bellissimi. 
I ritratti sono anche per me lo scatto per eccellenza, quello che mi riesce meglio fare. E amo anche gli oggetti piccoli, quelli che rappresentano la mia idea di straordinaria quotidianità.


giovedì, settembre 11

ANDIAMO A CULLETTOLANDIA YE YE YE ovvero cosa c'è sul fasciatoio


Questo post è per mia sorella Kira
(la mia unica vera fan).


Da mesi desideravo fare un post su Culettolandia, uno dei luoghi naneschi che preferisco, ma ogni volta che provavo a fotografarlo il risultato era pessimo, anche peggio della foto che vedete qui sotto.
Il fatto è che il bagno è buio e l'angolo in cui ho creato Culettolandia è stretto e non c'è modo di fare foto decenti. Mi sono rassegnata e ho preso il pannello con le tasche, l'ho appeso in corridoio e l'ho fotografato meglio che potevo.

Da Espertona quale sono (per chi si fosse perso gli altri capitoli è ironico) credo che Culettolandia nei primi mesi di vita di un neonatissimo sia un posto fondamentale e molte volte sottovalutato.

Come dice Tracy - la mia guru, la routine quotidiana di un neonatissimo si struttura così: e.a.s.y.
eating
activity
sleeping
you

Culettolandia rientra nel campo activity, ovviamente.
Durante i primi giorni di vita e progredendo fino al terzo mese, dopo aver mangiato, il nano viene cambiato e dorme, poi si sveglia, mangia e dorme, si sveglia di nuovo, mangia e dorme e così via a ritmi di tre ore (o a richiesta). Quello che Teo-neonatissimo faceva sul fasciatoio era praticamente tutto quello che faceva da neonatissimo. Per questo ho voluto che fosse il suo primo ambiente stimolante. 

Secondo me il fasciatoio dovrebbe stare in bagno. Il bagno di solito è più piccolo di una camera da letto, più veloce da riscaldare e più adatto per fare il bagnetto. Nel mio bagno ci sono due lavandini non adiacenti: uno sta nell'antibagno. Antibagno!! Che cosa assurda! Avrebbe senso in una casa di 250 metri quadrati ma in un appartamento di 100 è veramente come sputare sullo spazio vitale! Così mio padre ha costruito un fasciatoio sul lavandino e l'antibagno è diventato Culettolandia. Sulla parete ho appeso un pannello multitasche per contenere le millecentordici cose che servono quando si cambia il pannolino, si veste, si lava, si cura un nanozzo. Ho scelto questo di Zara Home con stelline e pagliacci e su ogni tasca ho attaccato una fettuccia che indica il contenuto.
Lo so è una cosa da maniaca! Oppure è una cosa da maestra! 
Entrambi i sostantivi mi rappresentano, tuttavia il motivo per cui ho fatto una cosa così assurda è Coinquilino.
Per deformazione professionale e per il fatto che ho un accento nordico e vivo a Roma qualsiasi cosa dico mi fa sembrare una maestrina antipatica così non mi andava di sentire la mia voce che diceva a Coinquilino in quale tasca stanno le garzine, qual è la crema per il culetto e quale per il viso, dove sono le braghette di scorta se Teo si è sporcato.
Io sono sempre per l'autonomia e poi volevo che l'esperienza di cambiare il pannolino a Teo fosse tutta sua e senza fastidi. Volevo regalare loro quel momento insieme fin dal primo giorno dato che il nostro momento allattamento non è condivisibile!

Ecco cosa ho scelto di mettere (ovviamente anche la posizione è scelta in modo maniacale, in basso le cose di uso più frequente fino a salire per le cose che servono di rado):

1. Crema culetto.
Basterebbe solo questa per fare il fasciatoio, ma qui siamo in territorio maniacale, non dimentichiamo. In ogni modo io le ho provate tutte e ho scelto questa di Weleda che per efficacia, consistenza, composizione e profumo è perfetta per Teo. Però credo che i culetti siano tutti diversi quindi ogni bambino ha la propria crema culetto preferita!

2. Creme viso, forbicine, aspira caccole.
Partiamo dall'aspira caccole: non l'ho mai usato quindi non so se funziona. Le forbicine sono indispensabili: la pratica di mettere guantini o calzini sulle mani dei neonati per non farli graffiare mi inquieta una cifra! Creme viso: una solare e una Osmin che uso dopo il bagnetto e ha risolto alcune piccole irritazioni (ma ha una profumazione che non mi piace).

3. Acqua termale  e acqua fisiologica.
L'acqua termale è un suggerimento della mia amica di gravidanza Pa: la spruzzo su un dischetto di cotone per pulire il viso di Teo al mattino o dopo aver mangiato. L'acqua fisiologica è indispensabile per il raffreddore, io uso quella nella bottiglia con una siringa a casa e quella monodose quando sono in giro.

4. Cotton fioc e garzine.
Le garzine servono i primi giorni per pulire il cordone ombelicale, per disinfettare  usavo la tintura di calendula, perfetta anche come detergente intimo se si hanno i punti dopo il parto. Imbevute di collirio o acqua sono perfette anche per pulire gli occhietti.

5. Olio.
Il massaggio dopo il bagnetto è un momento bellissimo! L'olio di Weleda alla calendula è quello che preferisco (anche il bagno schiuma è fantastico).

6. Braghette, bodies, calzini di scorta.
E se una volta arrivati a Culettolandia Teo ha fatto una super cacca e si è sporcato? Io che sono malata di razionalizzazione preferisco sapere di poterlo cambiare al volo senza "richiuderlo" per andare a ravanare nell'armadio alla ricerca dei vestitini. Per questo ho sempre appesi a delle grucce un pigiamino di scorta e una tutina  per uscire.

I pannolini sono in un contenitore di legno fissato al fasciatoio che fa anche da barriera sul lato esterno e le salviettine sono infilate nel contenitore per essere sempre a disposizione.  Sopra la cover di spugna del materassino (stracomodo quello di Ikea gonfiabile) metto un asciugamano di cotone che cambio quasi ogni giorno, così da appoggiare il culetto di Teo sempre sul pulito. Infine sopra la sua testa ho posizionato un paralume di carta colorato con una lampadina con il potenziometro per poterlo cambiare di sera senza accecarlo e dal paralume scendono tre pupazzetti (che noi chiamiamo "i fattoni"!). 
Questo ambiente rende il momento del cambio un'attività piacevole e divertente.
Tranne quando d'inverno c'è da infilare le maniche... in questo caso non c'è paralume, pagliaccetto, pupazzetto che tenga, la scleratina è assicurata.

TAUTOLOGIA APPARENTE

E vero sono una mamma fortunata perché ho un bambino.
Sono anche un'appassionata di figure del significato e mi piace scoprirne sempre di nuove: questa è una "tautologia apparente", cioè in questo caso un periodo formato da due proposizioni di cui la seconda, invece di assolvere la funzione che dovrebbe assolvere (causale), sembra semplicemente ripetere il concetto della frase precedente e invece non lo fa affatto e assolve la funzione che dovrebbe assolvere dopo un piccolo sforzo di interpretazione.

Fondamentalmente sembra più un discorso filosofico che retorico o grammaticale.

Al liceo abbiamo riso per settimane quando una compagna di classe durante un'interrogazione disse che "il punto di vista è il punto di vista", eppure se si contestualizza in quasi tutti i casi una tautologia è una tautologia apparente anche in un caso così eclatante come una frase soggetto=nome del predicato.

Insomma vorrei dire che sono una mamma fortunata perché ho un bambino, e non è una cosa così scontata di questi tempi. Il concetto di mamma non è concepibile senza il concetto di bambino, è il bambino che rende mamma la mamma ed è la mamma che rende bambino il bambino. Potrei dire che sono una donna fortunata perché ho un bambino ma sarebbe impreciso, la categoria mamma è - direi inesorabilmente - uno dei sottoinsiemi della categoria donna. Il fatto è che la categoria mamma-fortunata non è un sottoinsieme della categoria mamma: è la categoria mamma tutta. Non c'è mamma che non sia mamma fortunata, è impossibile.




Ho avuto bisogno di scriverlo perché credo che il cuore non basti più quando aspetti, dopo il tuo, bambini che arriveranno nelle famiglie delle persone che ami, perché ora sai cosa proveranno.




lunedì, settembre 1

Praga secondo Teo#1

Il primo settembre è sempre un po' magico. 
Essendo un'insegnante sono sempre elettrizzata perché ricomincia la scuola anche se ormai è il mio secondo settembre senza bimbi urlanti ed eccitati e genitori ansiosi. 
Questa prima estate con Teo è stata fantastica: abbiamo scelto di trascorrere qualche giorno a Praga, una città magnifica. La vacanza è stata perfetta: non so se è merito nostro poiché siamo partiti assettati da guerra temendo un meteo impietoso (e invece c'è stato sempre il sole), o forse di Teo il quale si è adattato a qualsiasi ritmo, proposta, situazione in cui si è ritrovato, oppure della città che si presenta molto agile da visitare, pulita, organizzata e piena di verde.

Visitare Praga con un bimbotto di 7 mesi (con il vantaggio non indifferente che ancora non cammina) è possibile e super soddisfacente.

Innanzi tutto sull'aereo si può imbarcare gratuitamente il passeggino (anche smontato in due parti come il nostro Stokke) e un altro oggetto come un marsupio o un lettino da campeggio, se non lo fornisce il vostro ospite o albergo.



Noi abbiamo prenotato un piccolo appartamento in un palazzo tipico a Malastrana, un quartiere delizioso adiacente al centro e questo ci ha permesso di muoverci sempre a piedi senza dover prendere mezzi di trasporto pubblico. Costeggiando la riva del fiume arrivavamo ovunque in pochi minuti e la sera potevamo rientrare in tempo per la pappa di Teo.




Proprio a due passi dal nostro appartamento c'è Kampa Island: una piccola isola sul fiume Moldava tutta verde dove turisti e praghesi si sbragano con plaid e cestini da pic nic. Abbiamo avuto anche la fortuna di imbatterci in un festival con bancarelle di manifatture e stand di cibo quindi, muniti di una tazza di caffè freddo e rosicando di aver lasciato in casa il plaid, ci siamo goduti qualche ora di verde e la splendida vista del fiume, nonché la splendida caciara della gente intorno a noi.